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Questo
versante è il più facile, anche se la distanza è superiore. Le pendenze
infatti non sono considerevoli e la salita procede abbastanza dolce. Le erte
più difficili sono presenti solo con strappi brevi. La partenza è a Bormio,
famosissimo centro alpino della Valtellina denominato "perla delle
Alpi". Dal semaforo del suo centro si svolta a dx attraverso la ss300.
Ci siamo cosi' immessi nella Falfurva, bellissima vallata percorsa dal
torrente Fradolfo a cui la nostra strada correrà attigua per circa 13Km fino
a Santa Caterina. E' uno stradone comodo e largo che non tocca mai pendenze
rilevanti tranne in qualche tratto molto breve. Si attraverseranno man mano
gli abitati di Uzza (qui il pavè si sostituisce per un breve tratto
all'asfalto), San Nicolò e S.Antonio (dopo 4Km, sempre immersi nello spendido
scenario del Parco dello Stelvio, circondati dagli alti monti del gruppo
Ortles-Cevedale). Passata quindi la località San Gottardo, manca solo
all'appello il comune più importante della valle, cioè S.Caterina che si
raggiunge tra fitti boschi di abeti e pini. Resa famosa dalla sciatrice
Compagnoni che qui è nata e risiede, ha avuto negli ultimi anni un forte
impulso turistico sia estivo che invernale. Dopo aver attraversato
completamente l'abitato (in questo tratto faremo anche un sottopassaggio
artificiale), arriveremo al primo tornante dell'intera salita: è l'inizio
vero e propio dell'arrampicata verso il Gavia poiché d'ora in poi la pendenza
resterà quasi sempre sopra il 7%, senza contare gli strappi sopra il 10% precedentemente
ricordati. I primi chilometri corrono tortuosi attraverso la vasta distesa di
prati di Plaghera. Qui passeremo diverse volte sotto i cavi dell'impianto di
risalita "Paradiso" e quindi lasceremo tutto alle nostre spalle
immergendoci nella boscaglia delle pendici della Val di Gavia. Fino
all'arrivo si sale sempre più di quota, attraverso una strada sempre stretta
che non ci presenterà mai più un tornante e che ci farà uscire dal verde per
immergerci nel caratteristico paesaggio d'alta quota, sempre più brullo e
bruciato. A un certo punto arriveremo a un ponticello che attraversa il
torrente Rezzalasco (sceso dalla stretta Val di Rezzo che possiamo vedere a
dx, si immette nel rio Gavia sottostante): qui arriva lo strappo più
difficile (a 5Km dalla vetta), da percorrere stringendo i denti (15%),
sorpassato il quale il nostro traguardo è facilmente a portata. Quindi si
incontrerà il rifugio Berni che si riconosce dalla presenza di un alto
monumento costruito in ricordo dei caduti della Grande Guerra che ebbe luogo
propio su queste montagne e da una chiesetta. Ormai ce l'abbiamo fatta,
ancora qualche facile chilometro e si aprirà alla nostra vista la veduta del
Lago Bianco e del valico tanto voluto. |